TOTÒ DENTRO

poetic music-hall sull’anima

più segreta di Antonio de Curtis

di Riccardo De Luca

personaggi
interpreti

Cornuto, Schiattamuorto, Santoro/Gastone, Padrone di casa,  Esploratore, ‘O cavaliere, Indesiderabile, Totò

Riccardo De Luca

Chiromante,  Gatta Bianchina, Cavallo Sarchiapone, ‘a Pezzente, Il sole, Mariarosa, Liliana Costagliola, La Pampanini

Annalisa Renzulli

Annunciatrice drummer, Ciuccio Ludovico, Giulietta alfa romeo, Nannina ‘a parulana, Diana Rogliani

Roberta De Pasquale

Accattone Peppino, Carrettiere, Marcello il bello di mammà, La Luna, Spettatore scacciato, Eduardo Passarelli

Michele Romano

Suricillo, Carro armato, Peppe ‘o fravaglia, Giovane Viveur

Luigi Vuolo

aiuto regia, coreografie Annalisa Renzulli assistenti alla regia Francesca Fedeli, Ornella Faticato collaborazione musicale Giosi Cincotti organizzazione Roberta De Pasquale luci Ciro Di Matteo foto Marcello Merenda

drammaturgia, regia, coreografie, scene, costumi Riccardo De Luca

note di regia e drammaturgia

Quello che il mondo intero conosce, il prodigioso personaggio comico, è il Totò “fuori”. Antonio de Curtis stesso ci tenne a dividere se stesso da Totò: lo teneva a distanza, lo faceva mangiare in cucina, senza pietà lo sfruttava per vivere. Il principe ha sempre detto che lui era un altro, diverso dal quel personaggio che tutti conosciamo col nome di Totò. Ma poi sappiamo bene che in realtà anche i prodigi comici di Totò non sarebbero esistiti senza il capo di casa, Antonio de Curtis. Ci scherzava, eccome!, il principe, su questa differenza, anche se poi nelle interviste — vero è che ci pensava un attimo — alla domanda se dovevano chiamarlo “principe” o “Signor de Curtis” lui si spogliava di tutto e rispondeva: “Mi chiami semplicemente Totò”.

Quello che in questo spettacolo voglio fare è portare sulla scena il Totò “dentro”. Quell’anima complessa, ipersensibile, malinconica, contraddittoria che poco si conosce. E voglio farlo attraverso le sue poesie, i suoi scritti, i suoi pensieri, oggi forse ancora più potenti delle sue promanazioni comiche, e le testimonianze dei parenti, degli amici, dei critici, a cominciare dalle pagine che Liliana de Curtis, figlia del Principe, ha dedicato alla ricostruzione della sua vita personale e familiare.

“Le poesie di Totò sono forse il suo “violon d’Ingres”; forse ancora di più: corollari ed effusioni di infinite malinconie e nostalgie e tenerezze e ironie che l’esigenza del palcoscenico sopprime e la telecamera crudelmente recide.” dice Carlo Nazzaro, che scrisse l’introduzione alla sua prima edizione di poesie nel 1964.

I personaggi saranno le innumerevoli figure surreali, addirittura dadaiste: gatti che parlano, topi che discutono, cani che si innamorano, cavalli che si suicidano, carri armati che fraternizzano, automobili che si fanno critica sociale, coscienze che si materializzano, fantasmi che fanno politica. Personaggi surreali che dovranno vedersela con quelli ben reali che hanno ispirato i  sentimenti più profondi e spesso celati dell’animo di Antonio de Curtis. Da Liliana Castagnola,  la più famosa vedette d’Italia, fragile e passionale, che si suicida per lui consegnandogli il senso di colpa che lo accompagnerà per sempre, alla moglie Diana Rogliani pronta ad affrontare le insidie dell’amore di un uomo complicato, fatte di esasperate gelosie e smanie di possesso. In un coro vivianeo che viene dalla strada del cuore, nella tensione costante tra comico e drammatico, nel brillio di canzoni e danze, una ricerca che cavalca il personaggio di Antonio de Curtis con voluta modernità, utilizzando gli stilemi del musical americano, dell’espressionismo tedesco, del futurismo, dello straniamento brechtiano, per mettere in scena quella parte dell’anima più segreta, così amara, pessimista, contraddittoria, delicata, ricca di voci e personaggi che pochi conoscono, più vicina al pessimismo ironico di Voltaire che al Totò “fuori” che conosciamo. E quindi dopo “Totò e Peppino”,  “Totò e Marcellino” e “Totò truffa”, ora è tempo di “Totò dentro”.

Riccardo De Luca

stampa

“Totò Dentro”, Riccardo De Luca interpreta l’anima intima del principe De Curtis

Raccontare Totò senza cadere nella facile imitazione era la scommessa, difficile da vincere, lanciata da Riccardo De Luca, da anni alfiere di un teatro che contamini cultura cosiddetta “alta” e iconografia pop, come, ad esempio, le sue incursioni nel repertorio shakespeariano e cechoviano condito da citazioni a prima vista dissacranti, quali la musica leggera anni ’60-’70-‘80.

Dicevamo che la scommessa di portare sulle tavole un personaggio di grande popolarità quale Totò senza cadere nella facile tentazione del bozzettismo era davvero difficile, e De Luca, operando questa volta un percorso a ritroso rispetto ai precedenti episodi sopra menzionati, l’ ha elegantemente vinta. Nello spettacolo “Totò Dentro” il regista ed attore napoletano porta, come dichiara nelle note introduttive, il Totò più intimo, attraverso le sue opere ed anche le testimonianze delle persone che gli sono state accanto, le sue asperità e le sue dolcezze, i suoi dolori e le sue (poche) gioie, con originale e disincantata sospensione, utilizzando tutto il materiale di cui sopra senza nessun compiacimento, bensì operando una ricostruzione drammaturgica che, pur restituendosi la maschera ed il volto del principe della risata, non ci costringe a nessun accostamento con la sua icona, ed egli, che ne è anche  interprete sulla scena, lo fa come si farebbe con un personaggio di invenzione e non con un celeberrimo attore conosciuto da tutte le generazioni, reinventandolo ed interpretandolo con originalità e rispetto, senza tentare mai di imitarlo.

Accanto a lui, in scena, un essenziale gruppo di giovani attori interpretano, di volta in volta, i ruoli dei protagonisti delle sue poesie, ma anche quelli di chi gli fu vicino nella vita: le sue donne, i suoi compagni di lavoro, senza nessuna concessione, anche loro, al realismo, ma con una creatività che contraddistingue la cifra stilistica di questo spettacolo. Non ci si aspetti di ascoltare “Malafemmina” o “’A Livella” così come siamo stati abituati ad ascoltarli in altri spettacoli-omaggi che affollano, ogni anno, i cartelloni di piccolo e grandi teatri napoletani e non solo, De Luca ed i suoi compagni di viaggio, Roberta De Pasquale, Annalisa Renzulli, Michele Romano e Luigi Vuolo, ci offrono delle vere e proprie evocazioni di uno spirito artistico che è diventato mito, in questo raffinato “Music Hall” che ci ricorda il classico cabaret tedesco più che la rivista italiana, e tutto ciò rende uno straordinario omaggio al grande attore italiano, ancora oggi, a quasi 50 anni dalla morte, troppo spesso ingabbiato in quella a volte becera faciloneria teatrale dalla quale non riuscì mai a liberarsi in vita.

 (Corriere Spettacolo – Gianmarco Cesario- Napoli, Teatro Diana – 3 ottobre 2015)

“…C’era Antonio de Curtis e poi c’era Totò. Il primo teneva a debita distanza il secondo. Si sentiva ed era altro. Il principe, lontano dalle scene, nella vita privata era ipersensibile, malinconico, contraddittorio, geloso, possessivo…”

“…Lo spettacolo teatrale “Totò dentro”, della compagnia Experimenta per la regia di Riccardo De luca, indaga proprio l’anima più segreta dell’attore, facendola emergere dai suoi scritti, dalle poesie, dalle testimonianze di parenti, amici, critici, dal romanzo “Malafemmena” della figlia Liliana…”

“…Nei versi di Totò, portati in scena al Teatro Diana, troviamo figure surreali, gatti che parlano, topi che discutono, cani che s’innamorano, cavalli che si suicidano, carri armati che fraternizzano, automobili che  fanno critica sociale, coscienze che si materializzano, fantasmi che si danno alla politica…”

“…Poi, tra canzoni e danze, da vero e proprio varietà, spiccano i personaggi concreti, reali, come Diana Rogliani, moglie di Totò, e la vedette Liliana Castagnola, che col principe visse una tormentata storia di amore finita in tragedia…”

(Giuseppe De Caro — UNO SPETTACOLO TEATRALE RACCONTA LA PERSONALITÀ FUORI DALLE SCENE DEL GRANDE PRINCIPE DELLA RISATA — TG3)

“…De Luca ripropone il suo progetto, la sua indagine: il varietà il mezzo scelto e voluto..”

“…De Luca sceglie il surreale, il “dadaismo” creando quel “coro vivianeo” che ha da sempre attorniato il giovane Antonio e il Rione Sanità. Ed è così che si sono visti gatti parlare e topi difendere la propria vita, carri armati fraternizzare, coscienze  materializzarsi…”

“…Toni tra l’ironico e il comico…”

“…E poi c’è il Totò maturo con la sua malinconia e le sue debolezze. I suoi amori, il timore di essere tradito. L’incomprensione che lo condanna, forse, a stare solo…”

“…Ma la Rogliani annuncerà al suo Totò di non voler continuare la loro storia in questo modo. Da questo divorzio nascerà “Malafemmena”. Ed è su queste note che l’indagine di De Luca si conclude. Con un groppo in gola…”

“…Cosi De Luca ha portato il pubblico a partecipare ad un’indagine complessa, ipersensibile, malinconica dell’anima di un uomo, quasi imperscrutabile…”

 (Vincenzo Perfetti— Teatrocult)  

“…C’era  poi Totò come Antonio de Curtis: nostalgico,  malinconico, geloso fino all’estremo, donnaiolo,  viscerale, fatto di carne e ossa, colpevole,  peccatore dei vizi e afflitto dagli errori di qualsiasi  essere umano. Totò dentro…”

“…Dentro Totò albergavano  contraddizioni e realtà che cozzavano e si legavano indissolubilmente alla sua facciata teatrale, egli stesso ci  teneva a precisare di dover distinguere le due personalità.  E sarebbe stato lo stesso grande maestro di estro e di genialità se in lui non convivessero due anime?…”

“…A voler porre l’accento sul connubio contrasto tra i due spiriti è Totò dentro – varietà poetico sull’anima più segreta di Antonio de Curtis, opera scritta, diretta ed interpretata da Riccardo de Luca…”

“…Totò sornione, traditore, dongiovanni, per Liliana Castagnola e Silvana Pampanini…”

“…amore che lo divorava, che viveva con sofferenza più che con apparente superficialità, che gli toglieva fiducia e lealtà, che logorava se stesso e le donne che, immensamente, lo hanno amato fino alla fin…”

 (Ilaria Casertano — Eroica Fenice)